Rivista sull'esecuzione dei contratti pubblici. ISSN 2499-071X     Direttori:  Avv. Francesco Barchielli  e  Avv. Claudio Bargellini

PONI UN QUESITO ALLA NOSTRA REDAZIONE

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Corte d’Appello di Roma, 5 dicembre 2024
[A] Sul soggetto dell’A.T.I. aggiudicataria di un appalto pubblico che ha rappresentanza, anche processuale, nei confronti della stazione appaltante per le operazioni e gli atti di qualsiasi natura dipendenti dall’appalto, anche dopo il collaudo. [B] Sugli elementi probatori che devono essere allegati dall’appaltatore che richieda il pagamento di fatture emesse in relazione ad un appalto pubblico concluso su piattaforma Consip.
Tribunale di Bari, 19 gennaio 2025
[A] Sul riparto di giurisdizione in materia di pagamento delle tariffe dovute dalla p.a. al gestore affidatario del servizio di gestione di rifiuti. [B] Sugli elementi distintivi tra la fattispecie di appalto pubblico di servizi e quella di concessione di servizi. [C] Sull’ambito temporale entro cui opera l’obbligo, previsto dalla l. 190/2012, della previa autorizzazione da parte della p.a. della clausola compromissoria contenuta in un contratto d’appalto pubblico e sulle modalità con cui la predetta autorizzazione deve essere formulata ai fini della sua validità.
Tribunale di Salerno, 31 dicembre 2024
[A] Premessa l’inidoneità delle fatture emesse dall’appaltatore a provare nel giudizio di opposizione a d.i. la sussistenza e l’entità del credito vantato nei confronti del committente sia privato che pubblico, sui casi in cui contabilità redatta dall’appaltatore costituisce prova del credito. [B] Sulla (in)applicabilità della presunzione di accettazione dell’opera da parte del committente che l’abbia ricevuta senza riserve, prevista dal co. 4 dell’art. 1665 c.c., agli appalti pubblici con particolare riguardo al caso in cui la p.a. committente riceva l’opera senza sollevare riserve prima del collaudo. [C] Sull’obbligo della stazione appaltante di non ritardare le operazioni di collaudo e sulle conseguenze della violazione dei termini per il collaudo previsti da contratto o dalla legge. [D] Sull’(in)idoneità del riconoscimento di un debito fuori bilancio da parte di un ente locale a sanare un contratto pubblico nullo, nel caso di specie per mancanza di forma scritta. [E] Sul soggetto nei cui confronti il privato può agire per una prestazione realizzata a favore della p.a. senza l’osservanza degli schemi procedimentali previsti dalla legge e sui casi in cui diviene rilevante l’accertamento dell’utilità della prestazione medesima.
Tribunale di Trento, 12 gennaio 2025
Sui casi in cui, pur in mancanza di collaudo da parte della stazione appaltante, sorge in capo all’appaltatore di opera pubblica il diritto di pretendere il pagamento del corrispettivo, di estinguere eventuali fideiussioni e di ottenere la restituzione della cauzione prestata.
Tribunale di Prato, 17 gennaio 2025
[A] Sull’applicabilità dell’art. 33 del d.m. 145/2000, in tema di termine di decadenza dell’appaltatore dal diritto di proporre la domanda volta a far valere in giudizio le pretese relative ad un contratto d’appalto pubblico, a tutte le pretese relative ai contratti d’appalto pubblico stipulati anteriormente all’entrata in vigore del d.p.r. 207/2010 pur se azionate successivamente all’entrata in vigore del medesimo. [B] Sulla (im)possibilità di ritenere che l’art. 256 del d.lgs. 163/2006 abbia reso inapplicabile l’art. 33 del d.m. 145/2000.
Corte d’Appello di Napoli, 3 dicembre 2024
[A] Sul valore probatorio di un documento di riepilogo delle lavorazioni di un appalto, redatto nel contraddittorio tra committente e appaltatore, dal quale emerga un quantitativo di lavori superiore a quelli ordinati. [B] Sull’obbligo dell’appaltatore, che non abbia ricevuto il pagamento del prezzo da parte del committente, di pagare il corrispettivo al subappaltatore [C] Sulla responsabilità solidale nei confronti di committenti, subappaltatori e fornitori delle imprese riunite in A.T.I. che abbiano costituito tra loro una società consortile per l’esecuzione di lavori pubblici.
Tribunale di Roma, 30 dicembre 2024
[A] Sui limiti entro cui opera il divieto di modificazione nella composizione delle A.T.I. con particolare riguardo ai casi di cessione o affitto di azienda, trasformazione, fusione, scissione e mutamento di denominazione dell’impresa. [B] Sulla data a partire dalla quale la disciplina degli interessi moratori contenuta nel d.lgs. 231/2002 si applica anche ai contratti d’appalto pubblico.
Tribunale di Pisa, 30 dicembre 2024
[A] Sulla (in)applicabilità del meccanismo di cui al co. 3 dell’art. 118 del d.lgs. 163/2006, a mente del quale la stazione appaltante può sospendere i pagamenti all’appaltatore inadempiente nei confronti dei subappaltatori, nel caso di fallimento dell’appaltatore di opere pubbliche e sulla conseguente (non) prededucibilità del credito dei subappaltatori fondata sul predetto meccanismo. [B] Sulla (im)possibilità di ravvisare nella l. 180/2011 un obbligo di pagamento diretto dei subappaltatori da parte della stazione appaltante.
Tribunale di Lecce, 30 dicembre 2024
Sul momento da cui, con specifico riguardo agli appalti pubblici, iniziano a decorrere i termini di decadenza e prescrizione per l’esperimento dell’azione di garanzia per le difformità e i vizi dell’opera pubblica ai sensi dell’art. 1667 c.c..
Tribunale di Catanzaro, 3 gennaio 2025
[A] Sull’onere probatorio posto in capo all’appaltatore che richieda d’urgenza, ai sensi dell’art. 700 c.p.c., la sospensione dell’escussione della garanzia fideiussoria prestata per l’esecuzione di lavori pubblici deducendo il rischio di incapienza o di insolvenza della stazione appaltante o il pericolo di crisi dell’impresa, le difficoltà di accesso al credito bancario e il danno all’immagine. [B] Sulla (non) lesività e (non) impugnabilità della segnalazione all’ANAC effettuata dalla stazione appaltante a seguito della risoluzione di un contratto d’appalto pubblico per inadempimento dell’appaltatore nella vigenza del d.lgs. 50/2016.
Corte d’Appello di Torino, 26 novembre 2024
[A] Sulla qualificazione della garanzia definitiva prestata dall’appaltatore ai sensi dell’art. 103 del d.lgs. 50/2016, con particolare riguardo al caso in cui essa debba essere conforme allo schema-tipo allegato al D.M. 31/2018: fideiussione o contratto autonomo di garanzia? [B] Sull’istituto a cui deve essere ricondotta la fattispecie regolata da una polizza, costituente garanzia definitiva di un appalto pubblico, a mente della quale “il Garante […] si impegna nei confronti della Stazione appaltante, nei limiti della somma garantita indicata nella Scheda Tecnica, al risarcimento dei danni da questa subiti in conseguenza del mancato o inesatto adempimento da parte del Contraente delle obbligazioni previste nel contratto ed al pagamento delle somme previste dalle norme sopra richiamate” alla luce della giurisprudenza di legittimità concernente clausole simili.
Corte d’Appello di Roma, 8 novembre 2024
[A] Premessa la natura pubblicistica del potere della p.a. di risolvere unilateralmente un contratto d’appalto pubblico, sui presupposti e sulla procedura da seguire per la risoluzione in autotutela disciplinata dall’art. 136 del d.lgs. 163/2006 con particolare riguardo al caso di ritardo nell’esecuzione dei lavori imputabile all’appaltatore. [B] Premessi i casi in cui la risoluzione di un contratto d’appalto pubblico da parte della p.a. ai sensi dell’art. 136 del d.lgs. 163/2006 deve considerarsi illegittima, sulla (im)possibilità per l’appaltatore in tal caso di ottenere, oltre al risarcimento dei danni subiti, l’annullamento del provvedimento illegittimo. [C] Sui limiti entro cui il giudice è tenuto a valutare la legittimità dell’operato della p.a. in merito alla risoluzione di un contratto d’appalto pubblico disposta ai sensi dell’art. 136 del d.lgs. 163/2006, avuto particolare riguardo alla (im)possibilità per la stazione appaltante di mutare in giudizio le ragioni del provvedimento e per l’appaltatore di modificare quelle addotte per contestarne la legittimità. [D] Sull’(in)idoneità della mancata o ritardata approvazione di una perizia di variante da parte della stazione appaltante a legittimare l’unilaterale sospensione dei lavori da parte dell’appaltatore. [E] Premessa la ratio dell’onere della riserva negli appalti pubblici, sulla procedura, essenzialmente reiteratasi nel tempo, che l’appaltatore è tenuto a seguire al fine di avanzare pretese nei confronti dell’appaltatore.
Tribunale di Rovigo, 20 dicembre 2024
[A] Sui casi in cui, alla luce degli orientamenti ANAC e della giurisprudenza di legittimità, è possibile derogare al principio di immodificabilità del prezzo di un appalto pubblico a corpo, con particolare riguardo al caso in cui vengano eseguiti lavori aggiuntivi su richiesta della stazione appaltante ed a quello in cui siano modificati i disegni esecutivi le specifiche tecniche. [B] Sulla (im)possibilità per l’appaltatore che abbia dichiarato di aver trovato il progetto esecutivo immune da errori e di conoscere lo stato dei luoghi di chiedere il compenso e/o il risarcimento per i costi sostenuti per le carenze progettuali di un appalto pubblico. [C] Sulle ragioni di pubblico interesse o necessità che, nella vigenza dell’art. 30 del d.p.r. 1063/1962, legittimano l’ordine di sospensione dei lavori pubblici con particolare riguardo alla necessità di approvare una perizia di variante. [D] Premessa la natura temporanea della sospensione di lavori pubblici disposta nella vigenza dell’art. 30 del d.p.r. 1063/1962 per causa di forza maggiore, sui diritti e rimedi che l’appaltatore può far valere ove la sospensione perduri al venir meno della causa di forza maggiore. [E] Sulla (im)possibilità per l’appaltatore di richiedere alla stazione appaltante il risarcimento dei danni derivanti dall’illegittimo protrarsi della sospensione di lavori pubblici ove lo stesso appaltatore non abbia formalmente diffidato la p.a. committente a rimuovere la sospensione. [F] Sulla legittimità del negozio con cui i costi della sicurezza di un appalto pubblico sono posti a carico dell’appaltatore. [G] Sulla (im)possibilità per l’appaltatore di esperire l’azione di indebito arricchimento per la maggior quantità di opere eseguite in relazione ad un appalto pubblico a corpo.
Tribunale di Milano, 16 dicembre 2024
[A] Sulla natura giuridica dell’accordo quadro stipulato tra stazione appaltante e operatore economico. [B] Sulla configurabilità della responsabilità precontrattuale della p.a. nell’ambito dell’affidamento di appalti pubblici, con particolare riguardo al caso in cui la stazione appaltante receda dalle trattative per la conclusione di un contratto applicativo di un accordo quadro. [C] Sul calcolo dell’indennizzo dovuto dalla stazione appaltante all’appaltatore in caso di recesso da accordo quadro nella vigenza dell’art. 109 del d.lgs. 50/2016.
Tribunale di Isernia, 18 dicembre 2024
[A] Sulla (im)possibilità di sanare, mediante successivi atti attuativi, ricognitivi o per facta concludentia, la nullità di un contratto stipulato dalla p.a. senza la forma scritta. [B] Premessa la disciplina in tema di esecuzione d’urgenza di un appalto pubblico prima della stipula del contratto nella vigenza del d.p.r. 207/2010 e de d.lgs. 163/2006, sulla (non) necessità per committente e appaltatore di pattuire un corrispettivo per l’espletamento della prestazione anticipata. [C] Sui presupposti, anche probatori, necessari ai fini della configurabilità della responsabilità precontrattuale della p.a.. [D] Sull’(in)ammissibilità della domanda di indebito arricchimento presentata dall’operatore economico nei confronti della p.a. per ottenere il pagamento delle prestazioni commissionategli al di fuori delle procedure di legge e sul soggetto nei cui confronti si instaura il rapporto obbligatorio nel caso in cui la SA si un ente locale.
Corte d’Appello di Messina, 3 dicembre 2024
[A] Sul momento in cui sorge in capo all’appaltatore l’onere di iscrivere e quantificare le riserve relative ai pregiudizi subiti per illegittima sospensione di lavori pubblici, con particolare riguardo alle sospensioni illegittime ab origine ed a quelle la cui illegittimità sia sopraggiunta nel corso della sospensione. [B] Sulla ratio del principio di necessaria tempestività delle riserve negli appalti pubblici nella vigenza del d.p.r. 554/1999. [C] Premesso l’obbligo della p.a. di consegnare i lavori all’appaltatore, sull’istituto, contenuto nel co. 8 dell’art. 129 del d.p.r. 554/1999 poi trasposto nel co. 8 dell’art. 153 del d.p.r. 207/2010, che l’appaltatore è tenuto ad attivare in caso di mancata, parziale o tardiva consegna dei lavori da parte della p.a. al fine di ottenere il diritto al compenso per i maggiori oneri dipendenti dal ritardo ed un prolungamento del termine originariamente convenuto e sulle conseguenze della mancata attivazione del predetto istituto. [D] Sull’equiparazione, per causa, procedure, effetti e rimedi ristoratori, tra la fattispecie di mancata consegna e l’ipotesi di consegna parziale e/o frazionata di lavori pubblici nella vigenza del d.p.r. 1063/1962 e delle successive medesime discipline contenute nel d.p.r. 554/1999 e d.p.r. 207/2010
Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, 13 dicembre 2024
[A] Sull’applicabilità delle clausole sociali ai contratti d’appalto pubblico derivanti da procedure di affidamento diretto e stipulati nella vigenza del d.lgs. 36/2023. [B] Sui limiti entro cui è imponibile alla società subentrante all’impresa appaltatrice il riassorbimento del personale previsto da una clausola sociale contenuta in un contratto d’appalto pubblico alla luce delle Linee Guida ANAC.
Tribunale di Napoli, 13 dicembre 2024
[A] Premessa la disciplina contenuta nel d.lgs. 50/2016 in tema di oneri posti a carico dell’aggiudicatario per le spese e le attività della centrale di committenza o di soggetti aggregatori, sulla nullità della clausola di gara che ponga a carico dell’aggiudicatario il costo dei servizi di committenza ausiliari forniti a favore della stazione appaltante. [B] Sugli effetti e sulle modalità di impugnazione degli atti di gara contenenti la clausola che ponga a carico dell’aggiudicatario il costo dei servizi di committenza ausiliari.
Tribunale di Lanciano, 10 dicembre 2024
[A] Premessa l’inapplicabilità del rimedio civilistico della risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta agli appalti pubblici, sui rimedi che possono essere esperiti dall’appaltatore per l’aumento dei costi di un appalto pubblico derivante dagli effetti della pandemia e della guerra in Ucraina nella vigenza del d.lgs. 50/2016 e delle norme emergenziali emanate a partire dal 2020, avuto particolare riguardo all’obbligo di rinegoziazione. [B] Sulla (ir)rilevanza, in punto di responsabilità dell’appaltatore per inadempimento di un contratto d’appalto pubblico (nel caso di specie per ritardo nell’adempimento), del provvedimento dell’ANAC di archiviazione del procedimento di annotazione nel Casellario informatico dei contratti pubblici (nel caso di specie per la presenza di circostanze straordinarie inidonee a pregiudicare l’affidabilità dell’impresa).
Corte d’Appello di Roma, 30 ottobre 2024
[A] Sul momento in cui l’appaltatore è tenuto, a pena di decadenza, ad iscrivere le riserve concernenti la sospensione di lavori pubblici per la necessità di disporre varianti in corso d’opera, anche con riguardo ai fatti continuativi. [B] Sul momento e sui documenti su cui l’appaltatore è tenuto, a pena di decadenza, ad iscrivere le riserve in caso di ritardata consegna dei lavori, insufficenza del progetto elaborato dalla stazione appaltante o mancata allegazione del verbale di consegna dei lavori. [C] Sul soggetto su cui ricade l’onere di dimostrare la tempestività delle riserve. [D] Sul momento in cui l’appaltatore è tenuto, a pena di decadenza, ad iscrivere le riserve concernenti la sospensione di lavori pubblici. [E] Sulla (im)possibilità di qualificare come “parti” i commissari nominati nella commissione di accordo bonario di cui all’art. 240 d.lgs. 163/2006.