[A] Sull’obbligo motivazionale posto in capo al giudice che intenda aderire alle conclusioni del consulente tecnico. [B] Sulla natura della responsabilità ex art. 1669 c.c. e sui difetti e sulle carenze dell’opera idonee a intergarla. [C] Sui soggetti che, oltre all’appaltatore, possono essere chiamati a rispondere nei confronti del committente per difetti e carenze dell’opera e sulla natura solidale della responsabilità in caso di concorso nel danno. [D] Sulla (in)applicabilità dell’art. 1669 c.c. al rapporto tra committente e subappaltatore e sulla natura della responsabilità del subappaltatore, che abbia operato con negligenza e cagionato un’errata esecuzione dell’appalto, nei confronti del committente che abbia subito un danno ingiusto. [E] Sull’improcedibilità della domanda di risarcimento proposta nel giudizio ordinario di cognizione nei confronti della società fallita. [F] Sulla distinzione tra legittimazione passiva e titolarità passiva del rapporto controverso, con particolare riguardo al caso in cui i tecnici incaricati per un appalto eccepiscano di non aver eseguito incarichi attinenti a quelli che hanno causato i difetti e le carenze di un’opera. [G] Sul rapporto tra società mandanti e capogruppo riunite in ATI. [H] Sulla differenza della ripartizione delle responsabilità tra le società riunite in caso di ATI orizzontale e verticale. [I] Sul soggetto a cui spetta la rappresentanza esclusiva, anche processuale, dell’ATI. [L] Sulla nozione generale di responsabilità della p.a. e dei dipendenti pubblici. [M] Sulla possibilità e i presupposti necessari al fine di individuare una corresponsabilità della p.a. appaltante danneggiata per i difetti e le carenze dell’opera anche a causa dell’attività posta in essere da un dipendente pubblico in materia di appalti pubblici. [N] Sulla giurisdizione in materia di responsabilità dei dipendenti per aver, con il proprio operato, cagionato danni o oneri risarcitori in capo alla p.a.. [O] Sul momento da cui decorre il termine di un anno per la denuncia dei vizi ai sensi dell’art. 1669 c.c.. [P] Sui limiti entro cui la variante può modificare il progetto approvato in materia di appalto pubblico. [Q] Sulla possibilità di richiedere il risarcimento in forma specifica del danno che sia conseguenza dei vizi dell’opera in materia di appalto. [R] Sulla possibilità di ricomprendere nel risarcimento dovuto per i vizi dell’opera appaltata le spese di ristrutturazione ma non quelle necessarie a ricostruire un altro nuovo edificio. [S] Sulla natura del danno da lesione d’immagine della p.a. e sulla sua esigibilità nei confronti di soggetti terzi che, anche in ragione dei vizi e dei danni causati in esecuzione di un contratto d’appalto pubblico, abbiano leso la reputazione dell’amministrazione. [T] Sull’onere probatorio posto in capo alla p.a. che intenda chiedere il risarcimento del danno da lesione d’immagine, con particolare riguardo all’utilizzo di articoli di giornale al fine di provare il comune sentire della popolazione. [U] Sugli interessi, sulla rivalutazione e sul lucro cessante dovuti dal debitore per il ritardato adempimento dell’obbligo di risarcimento del danno da responsabilità extracontrattuale, quale quello di cui all’art. 1669 c.c.. [V] Sulla figura atipica di broker assicurativo e sulla (im)possibilità di chiamarlo in manleva. [Z] Sul soggetto su cui ricadono le spese processuali del terzo chiamato in causa dal convenuto.
SENTENZA N. ****
[A] Si osserva che, secondo un principio ormai consolidato in giurisprudenza (Cass. nn. 13845/07, 7392/94, 16368/14, 19475/05 e da ultimo Cass. civ. Sez. II, 31/08/2018, n. 21504), “ove il giudice di merito riconosca convincenti le conclusioni del consulente tecnico d'ufficio, non è tenuto ad esporre in modo specifico le rag...